Le cacche e la subcultura della quotidianitÃ
Come la trovi? Oggi, con una novità: liquide, solide e di forma allungata. Le cacche sono come i territori che non hanno più un capo, si chiamasse Saddam Hussein o Ghedafi. Le hanno evacuate loro e ci ritornano.Non c’è più il capo e possono guardare le cacche: sono macerie di varia forma, acquitrini con stronzi galleggianti, musei con teste divelte e muri scarabocchiati o intere vecchie città con colonnati in mezzo alle quali un giorno, non lontano, troneggeranno le cacche e loro, dopo la carneficina, ci ritorneranno non più da turisti. Ma da implacabili avvoltoi del petrolio, vessiliferi di una subcultura che è quella della quotidianità a cui vogliono abituare il mondo. Quella delle guerre su tutto il pianeta, reso un far-west come al loro interno con esistenze, di giovani soprattutto, alienate e sempre sul piede di guerre insensate. Come nelle scuole spesso trasformate in corpi imbottiti del piombo nemico dei lo coetanei: anche loro ci ritornano su quelle cacche mentre l a psicopatologia cerca le cause di tanto stupore di fronte alle cacche della quotidianità. Mentre il tutto è prodotto da una inferiorità culturale che da Colombo è andata accumulandosi e che la tecnologia avanzata non riesce a riscattare. E produce bombe “intelligenti” che sono bombe prodotte dalla loro intelligenza! |