I miracoli dei "metodi statistici avanzati"
postato da Fabio Franchi [22/04/2009 22:58]
"Early versus deferred ovvero i miracoli dei metodi statistici avanzati http://www.dissensomedico.it/early_vs_deferred.htm . Commenti ad un nuovo studio di prossima pubblicazione (30/04/2009) sul New England Journal of Medicine. Segue un commento da parte di un epidemiologo da me interpellato
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commenti : (3)
commenti
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Bella questa affermazione (dopo la sfilza di consulenze che gli autori riportano di aver fatto alle case farmaceutiche):
No other potential conflict of interest relevant to this article was reported. Sarebbe interessante quantificare quanto frutti alle case farmaceutiche che producono gli antiretrovirali il poter estendere ulteriormente la fascia di utilizzo degli stessi. Con tali nuovi ricavi non è difficile trovare qualche decina di signori che mettono la loro firma sotto un pezzetto di carta fatto passare per la Verità. In fondo di questo si tratta. |
postato da Davide il 25/04/2009 14:14 |
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Debordo eccezionalmente dall'IMPORTANTISSIMO discorso Yamamoto per un paio di commenti sull'immarcescibile quesito "Quando iniziare?", cavallo di battaglia di tutti i "ricercatori" che non hanno nulla da dire ma sono ben determinati a dirlo su tutte le riviste e a tutti i congressi. Solo alcune osservazioni: - Le sottopopolazioni linfocitarie, come ogni sieropositivo sa perfettamente per esperienza personale, non sono "inchiodate" come, per dire, i globuli rossi, ma variano che è un piacere anche in tempi rapidissimi, a volte indicando un effettivo trend, ascendente o discendente che sia, a volte no. A questo va aggiunta l'imprecisione insita nelle misurazioni. Io stesso, per un errore di prescrizione, una volta ho subito due conte dei CD4 nell'ambito dello STESSO PRELIEVO e gli esiti differivano di 40 unità su un totale di circa 600; non poi pochissimo! In più ancora, da quanto lei riferisce, l'articolo del NEMJ non considera la percentuale dei CD4 che, a differenza del loro numero assoluto, non risente né del numero dei leucociti, né di quello dei linfociti, ed è un parametro importantissimo. Tutto ciò considerato, stare a trastullarsi su pochi CD4 avanti o indietro è solo un passatempo ozioso. - Come tutti i bravi clinici hanno constatato da mo', un paziente va messo sotto terapia quando i CD4 scendono stabilmente sotto 350 (a prescindere dalla viremia, parametro veramente utile e significativo solo se si è sotto HAART) OPPURE la clinica non va bene. Infatti, fermo restando che, sotto certi livelli, finiscono nelle pesti tutti, ci sono sieropositivi che reggono relativamente bene anche 200 CD4 e altri che, solo per aver gironzolato troppo a lungo attorno all'"orlo" dei circa 350, cascano dal precipizio. Ora, poiché i clinici, a differenza dei prestigiatori statistici specializzati nel far fare un effettone a numeri che, analizzati correttamente, non lo farebbero affatto, i malati di HIV non li hanno visti al massimo in fotografia, ma li curano da decenni, non mi sentirei proprio di buttar via la loro lunga e variegata esperienza. - Oltre a quello medico, la questione HIV/AIDS presenta risvolti importantissimi, oltre che moral-moralistico-giudizi ari, anche di "salute pubblica" ed economici (il sieropositivo è costoso, anche se, per misteriosi motivi, non si calcola mai quanto costano ad esempio, in cure inutili, i molti malati di cancro già spacciati in partenza). E' dunque fondamentale discriminare a priori tra funzionari travestiti da ricercatori (esempio, Anthony Fauci) e ricercatori veri (esempio, Robert "Bob" Siliciano). ...Ed è anche fondamentale ricordare il cosiddetto "Swiss statement" ( http://www.aidsmap.com/en /news/4E9D555B-18FB-4D56- B912-2C28AFCCD36B.asp ), che, pur un po' controverso, afferma sostanzialmente che un sieropositivo con carica virale sotto le 40 copie/ml non è contagioso per via sessuale. Da qui deriva la convenienza, affinché l'infezione non si espanda e i costi con essa, di individuare e trattare farmacologicamente tutti i sieropositivi il più presto possibile. Poiché, per ora (per il futuro, anche prossimo, non ci giurerei affatto), non si può agire coattivamente, bisogna dunque mettere in piedi tutta una serie di balle che convinca il sieropositivo che è COMUNQUE conveniente PER LUI intervenire subito. Ne sono un lampante esempio le favole di Fauci sulla "functional cure" piuttosto che sulla "finestra per l'eradicazione" che esisterebbe nelle primissime settimane dopo l'infezione (inutile dire che Fauci non ha né eradicato, né curato niente e nessuno anche se, secondo le stime da lui pubblicate, dovrebbe già essere accaduto). Ecco, per me è tutto. Speriamo solo che i nostri bravi clinici, come hanno già fatto in tante occasioni, rigettino anche questa stupida "moda": l'"hit early, hit hard" era giustissimo finché David Ho non si è accorto di aver sbagliato i calcoli sul tempo di persistenza dei reservoirs e quindi contava di guarire i pazienti infettati di recente nel giro di 2-3 anni; ora non ha più giustificazione alcuna, se non appunto quelle di "salute pubblica" ed economiche che ho detto sopra. Leon |
postato da Leon il 23/04/2009 01:40 |
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un gioco di magia con i numeri?
ritengo lo studio efficace, qualora l'obiettivo sia di far sorridere la gente... |
postato da ghasi il 22/04/2009 23:46 |